
LESA- 05-05-2021-- Chiesto l’intervento del Comune per accertare che non ci siano false prime case fra i residenti di Lesa, un furbo stratagemma per evitare di sottoporsi al pagamento dell’Imu sulle seconde case. A proporre questo intervento è stato il gruppo di minoranza Aria Nuova, nell'ultimo Consiglio Comunale, dedicato all'approvazione delle tariffe IMU.
A creare il precedente la sentenza n°20130/2020 della Corte di Cassazione, che nello scorso ottobre ha aperto ufficialmente la strada al recupero dell’Imu elusa con la tecnica dello “sdoppiamento della residenza”.
Il meccanismo è piuttosto semplice: due coniugi, proprietari di due abitazioni, scelgono di prendere residenze diverse: uno nella prima e l’altro nella seconda casa. La tecnica consente ai furbetti di far risultare entrambe le abitazioni come prima casa ed eludere così il pagamento dell’Imu sulla seconda, continuando però ad abitare stabilmente solo in una delle due.
Il testo integrale dell’intervento presentato dalla capogruppo di Aria Nuova, Roberta Del Plato: “Fin dall’inizio di questa pandemia ho ascoltato più volte esponenti dell’amministrazione comunale ragionare su dati diffusi dalla Regione Piemonte osservando come alcune persone positive risultassero soltanto sulla carta residenti nel nostro paese perché domiciliati altrove. Di argomento simile sono alcune lamentele da parte di cittadini residenti che un anno fa all’epoca del 1° lockdown mi chiedevano se fosse legale che due coniugi conviventi potessero muoversi da Milano a Lesa nonostante il blocco perché uno risultava residente, per esempio, a Milano e l’altro a Lesa. Io non so se tutto ciò corrisponda a verità e non ho i mezzi per verificarlo, so però che tale situazione, qualora fosse vera configurerebbe un’evasione sull’IMU, oltre ad agevolazioni e benefici sulle utenze, la cui responsabilità, come più volte rilevato dalla Corte dei Conti, ricadrebbe anche sull’omissione del controllo da parte degli organismi amministrativi. Siccome siamo una comunità piccola in fondo non sarebbe così difficile fare una verifica se davvero esistono queste cosiddette residenze fittizie”.


