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STRESA - 26-05-2021 - - Sono stati posti in stato di fermo e condotti in carcere a Verbania all’alba di stamane. In tre, il gestore dell’impianto Luigi Nerini, il direttore del servizio Gabriele Tadini e l’ingegner Enrico Perocchio, caposervizio incaricato delle manutenzioni, avrebbero intenzionalmente manomesso il freno d’emergenza della funivia Stresa-Mottarone per evitare il blocco dell’impianto e un economicamente dannoso fermo per interventi di riparazione. È questa la tesi che la Procura di Verbania ha elaborato nel corso della giornata di ieri e che è man mano affiorata nella notte nei serrati interrogatori ai quali sono stati sottoposti i dipendenti delle Funivie del Mottarone convocati in caserma a Stresa nel tardo pomeriggio.

L’accelerazione nelle indagini è arrivata proprio nel pomeriggio, quando sono stati diffusi gli ingrandimenti delle fotografie della cabina schiantatasi al suolo a mezzogiorno di domenica. Le immagini mostravano che sulla sommità del carrello era stato apposto un elemento esterno, il cosiddetto forchettone, che ha impedito ai freni d’emergenza di entrare in azione. Tadini è stato il primo ad ammettere che il "forchettone" era inserito. Da persona informata dei fatti è diventato indagato. Gli ulteriori approfondimenti hanno portato gli inquirenti a ritenere che la decisione di bloccare il freno d'emergenza sia stata presa dai tecnici con la consapevolezza del gestore, motivo per il quale sono stati arrestati tutti e tre per il concorso in omicidio colposo.

 

 

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