VERBANIA - 22-10-2022 -- È finita al confine tra la Serbia e l’Ungheria la latitanza del 37enne albanese ritenuto l’ultimo dei componenti della “banda della Stelvio”. Su di lui pendeva un Mae (Mandato d’arresto europeo) che, inserito nelle banche dati di tutte le polizia dell’Unione, ha fatto scattare l’alert quando le autorità magiare l’hanno fermato a Roszek. Da lì è stato successivamente estradato in Italia, dove deve fare i conti con l’accusa d’essere il componente di un gruppo di criminali dedito ai furti in abitazione. Sono una sessantina i colpi che vengono contestati a questa banda ribattezzata “della Stelvio” perché è a bordo di quel veicolo che, nel maggio del 2021, gli occupanti riuscirono a sfuggire ai carabinieri.
Il Nucleo investigativo di Verbania era arrivato loro partendo da un furto in abitazione a Gignese. Dileguandosi, i ladri erano stati visti a bordo del suv Alfa Romeo, inquadrato anche dalle telecamere di videosorveglianza. Quando, qualche giorno più tardi, il veicolo transitò nel Vergante -e, quasi in concomitanza, giunse la segnalazione di un tentativo di effrazione a Brovello Carpugnino- le pattuglie convergettero in zona, individuarono la Stelvio e la inseguirono mentre l’autista fuggì speronando l’auto dell’Arma. Il mezzo, a bordo del quale furono poi rinvenute numerose prove, venne abbandonato nei pressi di Arona e i ladri evitarono l’arresto correndo nei campi.
Qualche mese più tardi l’indagine si chiuse con sei ordinanze di custodia cautelare -più altre quattro per una diversa “batteria” di ladri, tutti stranieri provenienti dall’hinterland milanese- eseguite solo in parte. All’appello mancava il 37enne che, nel frattempo, aveva lasciato l’Italia. Un anno e mezzo dopo vi è tornato in manette.


