MIASINO- 22-06-2018- “Sono contento e soddisfatto del lavoro svolto”. Queste le parole con le quali il sindaco di Miasino Giorgio Cadei ha accolto i giornalisti in occasione della presentazione della fine dei lavori afferenti alla messa in sicurezza e riapertura al transito veicolare e pedonale di via Umberto I a Miasino.
Una soddisfazione non da poco per il sindaco appena rieletto che, è proprio il caso di dirlo, con le sue mani ha fatto nascere e crescere questo ambizioso progetto.
Un edificio che crolla pezzi e una strada chiusa per ben 3 anni per tutelare la sicurezza di pedoni e automobilisti, questa -in estrema sintesi- è la questione che mercoledì si è risolta.
Quel momento tanto atteso è arrivato e finalmente la strada che porta al centro storico del paese è stata riaperta in assoluta sicurezza. Ma perché la via era stata chiusa?
Il problema non è mai stato la strada, la criticità è sempre stata rappresentata da un edificio prospiciente la strada stessa che non era sicuro e che nel corso del tempo si è rovinato sempre di più fino ad arrivare al punto di cadere a pezzi.
La costruzione in questione è il vecchio palazzo Guidetti che si trova in via Umberto I al numero 18, fu una dimora nobiliare, poi seminario vescovile aperto anche agli studenti delle elementari e medie ed infine casa vacanze intitolata a Papa Giovanni XXIII, da qui per tutti sempre e solo Casa Papa Giovanni.
Un edificio enorme e bellissimo che però, abbandonato a se stesso dal 1991, è diventato sempre più pericoloso per l’incolumità pubblica.
Spiega il sindaco Cadei: “Casa Papa Giovanni è un immobile di proprietà privata acquistato anni fa da una società immobiliare bresciana che poi è fallita, abbiamo cercato più volte nel corso degli anni di collaborare con la proprietà -prosegue Cadei- ma gli accordi sono sempre stati disattesi”.
La struttura nel corso degli anni si è deteriorata sempre più: una volta una crepa, poi un’altra, poi una persiana pericolante, poi un pezzo di cornicione e infine il timore concreto che la gronda del tetto potesse crollare mettendo a repentaglio la sicurezza di pedoni e automobilisti.
Per cercare di “tamponare” queste emergenze sono state fatte diverse opere atte a proteggere la gente: chiusure parziali, posizionamento di barriere ecc…
Tutto quanto fatto però non è mai stato sufficiente, le barriere venivano sistematicamente disarcionate ed era un continuo sistemarle; bisognava intervenire in modo definitivo in maniera più energica.
Cadei ci ha sempre creduto e ha sempre avuto le idee ben chiare: voleva mettere in sicurezza Casa Papa Giovanni e riaprire la strada, voleva un progetto a impatto ambientale zero, e a costo zero per il comune.
Oggi è sotto gli occhi di tutti che ce l’ha fatta: la struttura è stata messa in sicurezza e la strada è assolutamente transitabile.
Il lavoro che ha portato a questo risultato è stato lungo e complesso.
Il sindaco assieme al prefetto dott. Francesco Castaldo ha gestito tutta la fase che ha portato ad un accordo con il curatore fallimentare, non è stata una cosa semplice e immediata ma alla fine un punto d’incontro è stato trovato: tutto quanto sarebbe stato fatto per mettere in sicurezza l’edificio e la strada sarebbe stato pagato dal fallimento, avendo impatto zero sulle casse comunali.
E’ poi stato redatto il progetto che da subito è stato approvato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggi del Piemonte di Torino nella persona della dott.ssa Cecilia Castiglioni.
Il progetto è dell’ing. Mauro Gattone di Gozzano, a lui il merito di aver realizzato a Miasino un progetto avveniristico che proprio in quanto a innovazione è il primo ad essere stato realizzato in tutta Italia e uno dei pochi presenti in Europa, un progetto del tutto simile è stato concretizzato in Polonia ma per quanto concerne l’Italia il Comune di Miasino è primo in classifica.
Per fare tutto a regola d’arte si sono impegnati tutti al massimo delle possibilità: l’intera giunta di Cadei è sempre stata coesa e ben determinata, importante è stato il supporto del tecnico comunale geom. Martinetti, prezioso e inappuntabile il lavoro dell’ing. Gattone, altrettanto utile la relazione dell’arch. Flavio Antonioli che è stato chiamato a relazionale in merito all’impatto ambitale del progetto.
Una volta aver espletato tutte le formalità del caso, il progetto è potuto partire.
Così lo spiega l’ing. Gattone: “Sono state realizzate alcune strutture, in carpenteria metallica zincata, necessarie per l’istallazione di reti metalliche deformabili e funi metalliche in grado di assorbire e contenere la forza di impatto provocata da un eventuale crollo della copertura e dei rivestimenti in pietra delle finestre del primo piano della Casa Papa Giovanni. E’ stato necessario progettare un sistema di protezione non rigido e con un’elevata capacità di potersi deformare, in questo modo -prosegue Gattone- la forza di impatto, provocata dalla caduta della copertura sulle reti metalliche, sarà limitata e trasferibile alle strutture in carpenteria metallica e alle murature dell’edificio esistente. La posizione delle reti di protezione dovrà permettere di intercettare l’eventuale crollo della gronda di copertura del tetto della Casa Papa Giovanni e dei rivestimenti, dei davanzali e delle cornici in pietra delle finestre esistenti al primo piano. Per tali ragioni tale posizione è stata prevista al di sotto delle finestre del piano primo dell’edificio”.
Il progetto è indiscutibilmente innovativo, la peculiarità forse più interessante è rappresentata dal fatto che si tratta di un progetto totalmente reversibile, ed è stato questo il punto che ha maggiormente colpito l’interesse della Soprintendenza di Torino e ha fatto sì che la stessa appoggiasse subito in toto questo progetto.
L’ing. Gattone spiega meglio cosa si intende per progetto reversibile: “Le opere sono state fissate all’edificio esistente mediante alcune barre filettate in acciaio inox che sono state inserite e sigillate nelle murature portanti esistenti. Pertanto, l’edificio nel suo complesso, da un punto di vista architettonico, non è stato compromesso dalla realizzazione delle opere; queste sono ben identificabili rispetto alle opere esistenti e all’edificio esistente e qualora la proprietà decidesse per un intervento di ristrutturazione dell’immobile, sarà possibile rimuovere tutte le opere realizzate, provvedendo alla sigillatura dei fori per i fissaggi delle carpenterie metalliche, con intonaci a base di calce oppure malte cementizie. Pertanto, le opere sono completamente reversibili”
Bello anche aggiungere che tutti i materiali utilizzati (carpenterie metalliche, le reti di protezione, le reticelle, le funi in acciaio, i materiali metallici, le catene…) qualora si palesasse la necessità togliere quanto fatto, potranno venire riutilizzati per altre costruzioni e protezioni ambientali.
Quello realizzato a Miasino è davvero un progetto all’avanguardia che sicuramente farà storia e scuola.
A tal proposito, proprio per sottolineare l’unicità di quanto è stato fatto, la ditta Geobrugg - azienda svizzera leader in Europa per la fornitura di reti di sicurezza in fili d'acciaio ad alta resistenza - che ha fornito le reti metalliche, ha già detto che creerà una brochure specifica relativa ai lavori fatti a Miasino.
I numeri di questo lavoro parlano chiaro: si tratta di un progetto il cui costo si aggira sugli 80.000 €, sono state utilizzate 17 carpenterie metalliche di sostegno, 200 metri quadrati di rete metallica deformabile e circa 600 metri di funi di acciaio, numeri importanti che già da soli fanno capire le proporzioni di quanto è stato fatto.
L’impresa che ha realizzato le opere è la Fratelli D’Amborsio srl di Sagliano Micca che è riuscita ad aggiudicarsi l’appalto con un ribasso del 25%.
Operai altamente qualificati hanno lavorato con una cura e una precisione maniacale e nell’arco di soli due mesi tutto è stato fatto e finito.
L’ing. Alfredo Rogora ha già collaudato l’opera e proprio pochissimi giorni fa, martedì 19 giugno per la precisione, il collaudo è stato ufficialmente protocollato.
Relativamente alla parte economica il sindaco specifica che il fallimento ha già versato al comune 25.000€ all’atto della firma, altri 25.000€ sono in arrivo in questi giorni a seguito della fine lavori e la tranche finale di circa 30.000€ verrà saldata entro un anno dalla fine lavori.
Quanto auspicato da Cadei si è quindi realizzato al 100%: Casa Papa Giovanni è stata messa in sicurezza, via Umberto I è stata riaperta e riconsegnata ai miasinesi che così da mercoledì 20 giugno non hanno più il paese spaccato in due, e il comune non ha sborsato un solo euro perché tutto è stato e sarà pagato dal fallimento.
Un successo enorme, un motivo di orgoglio per Cadei e per la sua giunta del quinquennio 2013-2018 e anche per quella nuova che verrà ufficializzata mercoledì 27 giugno.
Quanto è stato fatto a Miasino rappresenta un chiaro e vivido esempio di quella “buona amministrazione” che tanto fa bene ai cittadini.
Menti ingegnose, grintose e lungimiranti che hanno creduto possibile ciò che per altri non lo era; cuori che hanno voluto e vogliono superare gli individualismi e sempre unire le forze per il bene di tutti.
r.a.