
ARONA -19-03-2019 – Il cigno reale
Alfredo è stato trasferito al RIfugio Miletta per "disintossicarsi" da pizze e brioche. Nelle scorse settimane un cigno, subito ribattezzato dagli aronesi con il nome di Alfredo, si aggirava tranquillo in corso Cavour e davanti a ristoranti e bar. Di lui si sta ora prendendo cura per alcuni giorni il rifugio “Miletta” di Agrate Conturbia che accoglie e cura animali in difficoltà. I titolari della struttura, che ospitano un centinaio di “bipedi e quadrupedi” hanno spiegato su Facebook: “A nome di Alfredo, ringraziamo tutte quelle persone che si sono preoccupate per la sua salute, chiamando noi o il 112 più e più volte nell'ultimo mese. Siamo sempre passati da Arona a vedere come stava e non abbiamo mai riscontrato nulla di anormale nella sua salute. Al contrario degli altri cigni, ad Alfredo piaceva trascorrere parte del suo tempo passeggiando per il Corso Cavour, in Piazza del Popolo o sonnecchiando tranquillamente al sole. Il problema di Alfredo sono stati quegli umani che, per qualche strana ragione, provavano piacere nell'offrirgli del cibo totalmente inadatto a lui e molto pericoloso per la sua salute. Un cigno non dovrebbe mai mangiare biscotti, brioches, tramezzini, panini farciti, pane e tutto quello che tradizionalmente passa per le mani delle persone che passeggiano in centro. “ Ora il cigno reale è nella struttura. E’ stato postato un video sulla pagina Facebook del rifugio in cui l’animale si nutre di granaglie, il suo cibo naturale. Ora Alfredo sta bene. E verrà liberato in una zona meno popolata, anche se potrebbe decidere di tornare in mezoz alla gente. "In quel caso chiediamo a tutti i cittadini di rispettare i cartelli che sono stati appesi dal Comune, grazie ad “Arona dà una zampa”: vietato alimentare in qualsiasi modo ogni genere di volatile. Vi chiediamo anche di vigilare sul rispetto di tale divieto, spiegando con gentilezza alle persone che dovessero offrire del cibo ad Alfredo, che pur credendo di fare una buona azione, in quel modo lo si sta avvelenando e condannare a morte un animale non significa certo rispettarlo", hanno concluso dal RIfugio. (M.R)
Foto credits: pagine Fb RIfugio Miletta


