TORINO - 18-05-2020 -- La crisi economica
non sia la scusa per la deregulation ambientale. A puntare l’indice contro le norme contenute nella Legge “Riparti Piemonte” è Legambiente. Tra le misure che la giunta regionale ha studiato per il rilancio delle attività economiche ci sono alcune linee di indirizzo che, secondo l’associazione, penalizzano l’ambiente e il paesaggio a favore di quello che viene definito “immobiliarismo”. Legambiente Piemonte è contro la politica del "lasciar fare il mattone" che si concretizzerebbe “nell’allentare e ridurre il sistema dei controlli delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche”. “Nell’impianto della legge sono state infilate a forza modifiche a norme non collegate al problema che si vuole affrontare” – denuncia l’associazione, che si dice pronta a presentare osservazioni e richieste di modifiche. “Sono molti i punti che non convincono nell’attuale testo: dall’allentamento delle tutele nei centri storici all’ulteriore facilitazione delle varianti urbanistiche per le cave; dalla rimozione del vincolo di continuità ai centri abitati per le aree oggetto di variante, alla riduzione dei controlli e della trasparenza e condivisione delle trasformazioni urbanistiche; dall’ampliamento delle semplificazioni in contrasto con prescrizioni procedurali di legge alla riduzione e/o eliminazione degli oneri di urbanizzazione pagati ai Comuni, con un non meglio precisato rimborso da parte della Regione, scaricando quindi sulla Comunità oneri in precedenza a carico dell’imprenditore”.



