
PIEMONTE - 11-12-2020 -- "Prendiamo atto con soddisfazione che il presidente del Consiglio ha aperto una riflessione sull’opportunità di modificare il decreto che vieta gli spostamenti tra Comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e il Primo dell’anno": così Massimo Sartoretti, Presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte in una nota diffusa.
"Le pressioni esercitate da Fipe Confcommercio a livello nazionale e locale stanno, per fortuna, mettendo in discussione una scelta inopportuna e penalizzante sia ai fini dei ricongiungimenti familiare e sia per le attività di ristorazione che, con il divieto di spostarsi tra Comuni, vedrebbero ridurre le potenzialità di lavoro. - prosegue la nota - La riflessione aperta da Conte potrebbe portare, a quanto risulta, a un’interpretazione estensiva delle situazioni di necessità che giustificano lo spostamento tra Comuni, a partire da quelli più piccoli che sono la stragrande maggioranza nelle nostre province e nelle nostre valli montane. Sappiamo quanto bisogno di lavorare abbiano le nostre attività, dopo mesi di chiusura, a primavera e in autunno, peraltro incomprensibili sotto il profilo scientifico, economico, sociale e persino umano. I nostri locali lavorano in sicurezza, come testimoniano i dati dell’Istituto superiore di Sanità sull’andamento dei contagi e quelli del Ministero dell’Interno sui controlli, secondo cui dall’inizio della pandemia, su oltre 6,5 milioni di controlli effettuati nel complesso delle attività commerciali, ristorazione compresa, solo lo 0,18% ha subito una sanzione. Quello che ci sfianca è l’incertezza, l’impossibilità di programmare la nostra attività che richiede organizzazione, anche nel rispetto dei nostri fornitori e dei nostri collaboratori. Non sapere oggi se nei giorni di festa potremo ospitare a pranzo nei nostri locali chi viene da fuori Comune, oltre a essere una misura poco comprensibile, è fortemente penalizzante per un settore al collasso. Bene allora la riflessione del Governo, che vogliamo sperare diventi realtà e che dia respiro anche alle tante attività delle province di Novara e VCO che chiedono soltanto di lavorare. Noi continueremo a sostenerle e a fare pressioni, motivate, perché sia consentito lo spostamento tra Comuni almeno nel raggio provinciale e per chiedere l’apertura delle attività almeno fino alle 22".


